9 Luglio 2010
COLDIRETTI: A RISCHIO LA COLTIVAZIONE DI FRUMENTO NEI NOSTRI TERRITORI.

Le condizioni atmosferiche anomale per il periodo hanno ritardato nei campi la trebbiatura che, in questa stagione, dovrebbe invece essere quasi conclusa.
Lo comunica Coldiretti nel sottolineare che questo ha avuto ripercussioni negative sul raccolto, abbassando notevolmente le rese per biolca (resa media di 15/18 quintali per biolca) e il peso specifico del frumento che prima delle piogge si attestava intorno ai 77/78 e successivamente si è attestato sui 72/74.
Sulla piazza di Parma le quotazioni, nuovo raccolto 2010 rispetto allo scorso anno, del grano tenero e del grano duro sono partite oggi, manifestando per il grano duro un tracollo di quasi 70 euro/ton., mentre per il grano tenero il calo è di 2 euro /ton.
Dati preoccupanti – sottolinea  il coordinatore provinciale Coldiretti Marco Orsi - che ancora una volta attestano come  i prezzi spuntati dagli imprenditori agricoli non riescano nemmeno  a coprire i costi di produzione.  Se la tendenza dei prezzi  rimarrà questa, nel 2011 vedremo ulteriori aziende agricole abbandonare questa coltura, importante e tradizionale anche sul nostro territorio provinciale.
Un problema serio di cui Coldiretti si è fatta carico dando avvio alla più grande società italiana di trading dei seminativi affidata ai produttori, con la partecipazione di consorzi agrari, cooperative e OP per la realizzazione della filiera agricola tutta italiana.
Questa coltura – sottolinea Orsi -  andrebbe valorizzata per il suo valore qualitativo e la sua storia, ed è invece penalizzata e minacciata fortemente soprattutto dall’importazione di prodotto estero, come attestano i recenti “blitz” da parte di Coldiretti avvenuti nel porto di Bari (nave Federal Danube proveniente dal Quebec e battente bandiera cipriota carica di 23 mila tonnellate di grano e la Pyrgos proveniente da Antigua- Barbados, con un carico di 4 mila tonnellate di grano).
Questo – prosegue Orsi - produce un danno evidente per gli imprenditori agricoli ma anche per gli stessi consumatori che non sanno con quale grano vengono realizzati i prodotti che acquistano.
Per questo – conclude Orsi - Coldiretti si sta battendo per una  etichettatura chiara e dettagliata che indichi in modo trasparente l’origine dei prodotti e delle materie prime. 

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