Dopo l’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, echeggiano le preoccupazioni in merito ai dazi sull’export italiano.
Attualmente non ci sono state conferme da parte del nuovo Presidente eletto, ma si prevede che, se si dovesse avverare questo terribile scenario, i danni sull’esportazione di prodotti italiani potrebbe calare tra il 4.3% e il 16.8%, è quanto è emerso nella puntata di UnoMattina dello scorso 21 gennaio.
Durante la diretta ha fatto il suo intervento Monia Repetti, Presidente di Coldiretti Donne Parma e dell’Emilia Romagna, in cui ha evidenziato l’importanza che ha il mercato statunitense sull’export di una delle eccellenze del territorio parmense, il Parmigiano Reggiano. Infatti, gli Stati Uniti sono il primo mercato estero del Parmigiano Reggiano, con oltre il 22% di quota export (pari a più di 14.000 tonnellate). Inoltre – ha proseguito Monia - non si può pensare che mettendo dei dazi l’importazione di prodotti lattiero-caseari si possa tutelare gli agricoltori americani. Il Parmigiano Reggiano viene venduto a 20 dollari a libbra, a differenza dei 10 dollari a libbra del parmesan. Negli Stati Uniti chi compra il Parmigiano Reggiano fa una scelta consapevole: ha infatti un 95% di mercato di alternative che costano la metà.
Il Consorzio inoltre – ha continuato Monia - ha ufficializzato lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) l’apertura di un ufficio operativo negli Stati Uniti per avere una maggiore efficacia nelle operazioni di tutela, di vigilanza, di promozione nel mercato a stelle e strisce e di formazione al consumatore.
In breve- conclude Monia - i prodotti legati a una tradizione o un localismo , caratteristiche che distinguono tutti i prodotti DOP e IGP della filiera italiana , devono diventare uno strumento di sviluppo territoriale in deroga a tutte le vicende delle dispute commerciali perché non si tratta di commodities.